BAMBOLE LOVEGIVER
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Il progetto Lovegiver di Viola Murmure, ideato in collaborazione con Andrea srl, si propone un traguardo ambizioso: aiutare le persone con disabilità, malati di Alzheimer, problemi psichici o semplicemente malate di solitudine, fornendo una compagna o un compagno che li possa aiutare a sentirsi meno soli.
Quest'idea nasce dalla difficoltà che riscontriamo in Italia ( a causa di preconcetti e restrizioni, sia a livello morale che legale) di poter fornire quest'assistenza in persona.
Per superare lo scoglio morale, ccioè l'idea che il/la lovegiver non sia null'altro che una diversa accezione della prostituzione, Viola Murmure ha pensato di offrire una soluzione alternativa e non convenzionale a questa "problematica": una bambola realistica, "umana" sotto tutti i punti di vista, che possa sopperire all necessità affettive delle persone sole.
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Letteralmente lovegiver significa donatore d’amore. Ma che cosa fa realmente un lovegiver, cioè un assistente sessuale per le persone disabili? (.....) L’assistente sessuale, o lovegiver, è un operatore professionale che si occupa dell’assistenza all’emotività, all’affettività e alla corporeità (O.E.A.S.) delle persone con disabilità. La parola “sessuale” racchiude quindi la complessità del concetto di educazione ai sentimenti e alla relazione emotiva, che solo dopo un percorso diventa anche un’educazione a leggere le emozioni attraverso il corpo. Lo scopo non è arrivare ad avere rapporti sessuali, ma realizzare un percorso di educazione all’affettività e alla conoscenza del proprio corpo e di quello dell’altro. Un percorso che nessuna prostituta potrebbe portare avanti, perché non ha nulla a che fare con l’atto sessuale, visto come una semplice prestazione. Nell’ordinamento italiano, il diritto dei disabili all’assistenza sessuale è un concetto che non esiste, a differenza di altre nazioni, come la Germania e la Svizzera. L’Associazione LoveGiver è stata tra i primi a battersi per far sì che il diritto alla sessualità venga riconosciuto, anche in Italia, come elemento essenziale per il benessere psicofisico della persona disabile. Il progetto LoveGiver, nato a Bologna, organizza la formazione dei primi operatori specializzati nell’assistenza sessuale in Italia, con la collaborazione di psicologi e sessuologi esperti di questi temi. Il suo simbolo è un abbraccio.
(Fonte: https://minoranze.it/chi-e-un-lovegiver/)
L’assistenza alla sessualità a persone con Disabilità rappresenta un concetto che racchiude allo stesso tempo “rispetto” e “educazione”, che solo per un paese civile può rappresentare la massima espressione del “diritto alla salute e al benessere psicofisico e sessuale”.
Per questo motivo parlare semplicemente di Assistenza Sessuale può risultare estremamente riduttivo, qualificarne il concetto più complesso attraverso i termini: assistenza all’emotività, all’affettività e alla sessualità (definito O.E.A.S. dove “o” sta per operatore) permette di assaporare tutte quelle sfumature in essa contenute.
L’assistenza all’emotività, all’affettività e alla sessualità si caratterizza con la libertà di scelta da parte degli esseri umani di vivere e condividere la propria esperienza erotico-sessuale a prescindere dalle difficoltà riscontrate nell’esperienza di vita.
L’O.E.A.S. è un operatore professionale (uomo o donna) con orientamento bisessuale, eterosessuale o omosessuale che deve avere delle caratteristiche psicofisiche e sessuali “sane” (importanza di una selezione accurata degli aspiranti O.E.A.S.).
Attraverso la sua professionalità supporta le persone con disabilità a sperimentare l’erotismo e la sessualità. Questo operatore, formato da un punto di vista teorico e psico-corporeo sui temi della sessualità, permette di aiutare le persone con disabilità fisico-motoria e/o psichico/cognitiva a vivere un’esperienza erotica, sensuale e/o sessuale. Gli incontri, infatti, si orientano in un continuum che va dal semplice massaggio o contatto fisico, al corpo a corpo, sperimentando il contatto e l’esperienza sensoriale, dando suggerimenti fondamentali sull’attività auto-erotica, fino a stimolare e a fare sperimentare il piacere sessuale dell’esperienza orgasmica.
L’operatore definito del “benessere sessuale” ha dunque una preparazione adeguata e qualificante e non concentrerà esclusivamente l’attenzione sul semplice processo “meccanico” sessualità. Promuoverà attentamente anche l’educazione sessuo-affettiva, indirizzando al meglio le “energie” intrappolate all’interno del corpo della persona con disabilità.
Uno degli obiettivi è abbattere lo stereotipo che continua a essere ingombrante e che vede le persone con difficoltà e disabilità assoggettate all’“asessualità”, o comunque non idonee a vivere e sperimentare la sessualità. Importanza del superamento del concetto del “sesso degli angeli”.
L’O.E.A.S. in base alla propria formazione, sensibilità e disponibilità può contribuire a far ri-scoprire tre dimensioni dell’educazione sessuale:
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Ludica: scoprire il proprio corpo.
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Relazionale: scoprire il corpo dell’altro.
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Etica: scoprire il valore della corporeità.
ed al tempo stesso, aiutare il soggetto disabile a rendersi protagonista maggiormente responsabile delle proprie relazioni sia sentimentali che sessuali, favorendo una maggiore conoscenza e consapevolezza di sé ed una più adeguata capacità di prendersi cura del proprio corpo e della propria persona. La mancanza di autostima è uno dei freni per un naturale approccio verso l’altro sesso. L’O.E.A.S. può aiutare ad accogliere e non reprimere le diverse istanze del proprio corpo, dei sensi e delle emozioni.